Conte Ruggero
La leggenda del conte Ruggero è forse una delle più famose ed è quella che ha generato maggiori storie in Ticino. Secoli fà si racconta, questo uomo malvagio dominava le terre del Malcantone spaventando i poveri cittadini i quali erano costretti a cedere parte dei loro beni per non rischiare di finire nei tenebrosi sotterranei del suo castello.
Si vocifera che anche dopo essere stato sconfitto il conte, tornò a vagare sul Malcantone da fantasma.
Crescitt
Il Ticino ha numerose storie che raccontano di folletti, nani, elfetti e crescitt.
Nella Leventina i Crescitt erano stati intravisti a più riprese dai nostri antenati, o sentiti ridacchiare fra la boscaglia. Rubacchiavano gli oggetti incustoditi dei contadini, o facevano loro dei piccoli scherzi. Come la maggior parte degli altri folletti non erano malvagi o crudeli, ma sicuramente molto dispettosi!
Cröisc
La Valle Bedretto un tempo era abitata da i Cröisc,
creature simili a delle scimmie, ma con un solo grande occhio. Ballavano e urlavano a squarciagola. Gli abitanti della Valle Bedretto raccontavano che spesso dovevano donare del pane a questi rumorosi ospiti per non rischiare di incorrere nei loro dispetti.
Encat
Nelle stalle dei cavalli in Leventina si sentivano spesso i quadrupedi arrabbiarsi e creare baccano.
I contadini sapevano allora che un Encat stava infastidendo gli animali colpendoli o legando loro le code.
L’unico modo per liberarsi di questo folletto dispettoso era lanciare del miglio, oppure portare nella stalla un agnello bianco.
Giganti
In tempi antichi i giganti popolavano le nostre terre. Essi hanno modellato i nostri monti, i fiumi, le valli e creato i boschi. Erano creature imprevedibili, alcune buone e sagge, altre malvagie e spietate.
Ninfe
Di leggende e storie sulle ninfe (o driadi) se ne contano parecchie in tutto il Ticino. Sono esseri di infinita bellezza, che vivono spesso dentro gli alberi ed escono solo con lo spuntare della luna per danzare sulla superficie dei laghi.
Poveri Morti
Una sera, sulle sponde del Ceresio, durante una violenta tempesta, un uomo notò in lontananza una barca.
La barca era piena di scheletri, che intonavano un’antica canzone! Tutti, uno ad uno, si staccarono chi un braccio, chi una gamba e li brandirono come torce per farsi strada nel buio della notte. Arrivati a riva, uscirono dalla barca per iniziare la loro triste processione.
Gli Occhi
Un uomo camminava una sera nei boschi spaventosi della “Rossa”, Fra Riva San Vitale e Rancate.
Con la continua sensazione di essere osservato, continuò il suo viaggio verso Besazio, dove abitava. Poco prima di arrivare, le tenebre avvolsero la strada, e due enormi occhi lucenti comparsero dal nulla. Per pochi secondi gli occhi fissarono l’uomo, poi, all’improvviso, scomparirono, e tutto tornò normale.
Selvaggi di Bosco
I selvaggi di Bosco abitavano nei pressi di Bosco Gurin, erano buoni, aiutavano gli abitanti e sembravano in tutto e per tutto uomini. Avevano però i piedi ruotati, ossia le dita dietro e
i talloni davanti. Erano generalmente pacifici, ma si dimostravano inflessibili con coloro che agivano in modo disonesto nei loro confronti o della loro popolazione.
Streghe di Fescoggia
Nei boschi di Fescoggia, nelle notti fredde, si potevano spesso udire fra i castagni delle urla e dei canti.
Erano le streghe, che nel bel mezzo del Barlòtt (sabba), danzavano e invocavano terribili sortilegi. Si radunavano accanto ad un braciere, dove posavano il loro calderone per preparare magici intrugli.
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